Premi e innovazione, quando il made in Italy fa scuola
Sostenibilità, sperimentazione e visione fuori dagli schemi. Dietro a tre casi di studio, premiati nel 2022, c’è un perfetto equilibrio fra know-how italiano e creatività internazionale
Cosa trasforma un prodotto di design in un arredo da premiare? La risposta che arriva diretta o che traspare nelle parole dei designer e degli imprenditori, intervistati per questo articolo, è il desiderio di non essere mai banali, di spingersi a fare sempre meglio – considerando i premi uno stimolo e non un punto di arrivo – e di provare approcci non ancora tentati che, se attecchiscono nell’immaginario estetico del pubblico, portano al successo commerciale e al riconoscimento internazionale. Se le storie e le visioni creative sono fra loro differenti, il terreno comune affonda le sue radici nel concetto produttivo di Made in Italy, in quella capacità tipicamente italiana di sapere unire il dettaglio di un design esteticamente ricercato alle migliori soluzioni tecnologie presenti sul mercato.
Klipper ne è forse l’esempio più brillante, non solo perché si è aggiudicato il Compasso d’Oro ADI 2022, il premio più importante del mondo del design, ma perché racchiude un’esperienza capace di far dialogare una designer danese di 28 anni e il capostipite ultranovantenne di un’azienda italiana.
“Klipper è una storia di grande emozione e soddisfazione, perché racconta di una giovane designer che arriva sul gradino più alto del settore. Abbiamo conosciuto Felicia Arvid in occasione del Salone Satellite 2018”, racconta Franco Caimi, amministratore delegato di Caimi Brevetti, azienda che vanta altri due Compasso d’Oro ADI. “Mentre stavamo visitando questa zona dedicata agli under 35, abbiamo visto i suoi lavori, in particolare il prodotto che poi sarebbe diventato Klipper: ci piaceva, ma era ancora un concept”.
Da lì la decisione di sviluppare il prodotto vero e proprio, un sistema fonoassorbente realizzato con tecnologia Snowall e finitura bouclé, costituito da due strati di tessuto sovrapposti. “È un prodotto utile sia in casa sia nei ristoranti, negli alberghi, negli uffici”, spiega Caimi. “È un oggetto di design che di fatto nasconde la sua funzione in un prodotto esteticamente bello, come un arazzo o un elemento d’arredo, cosa che effettivamente è, ma la sua funzione primaria tecnologica, sviluppata nei nostri laboratori, è l’eliminazione del rumore, rendendo più confortevole la permanenza delle persone in uno spazio al chiuso”.
Klipper è prodotto interamente in Italia ed è totalmente smontabile, così da essere riciclabile post-consumo. L’utilizzo di materiali di alta qualità garantisce una vita più lunga al prodotto, mentre l’impiego di tecnologie sofisticate, che determinano performance acustiche eccellenti, permette di ridurre lo scarto.
“Soprattutto su quest’ultimo aspetto, la tecnologia svolge un ruolo fondamentale: più i prodotti sono performanti, meno materiale viene impiegato, più si risparmiano risorse. È un tema a noi caro”, aggiunge Franco Caimi, “diamo gratuitamente i nostri laboratori in uso a ricercatori, designer, artisti, per sperimentare e innovare, con l’unico vincolo che le ricerche abbiano una ricaduta sociale”.
Sostenibilità, sperimentazione e visione fuori dagli schemi sono le coordinate che hanno dato forma a Mass Pressure, la poltrona di Horm, firmata Dror, che ha vinto il NY Product Design Awards 2021 e l’iF International Forum Design Award 2022.
“Dror Benshetrit è un creativo, designer, architetto israeliano, di stanza negli Usa, che, per quanto possibile, lavora per migliorare il mondo, un obiettivo certamente molto grande, ma qualcuno deve pur provare a farlo”. spiega Renato Zamberlan, art director di Horm, da dieci anni amico di Benshetrit. “Durante un viaggio a New York presso il suo studio, ho visto il prototipo di questo oggetto: un metro cubo di gomma piuma compressa, tagliato in tre sezioni, per dare l’aspetto di una poltrona. Abbiamo deciso di farne un prodotto, rispettando la richiesta di Dror che non fosse solo di consumo, ma che avesse uno scopo, un significato”.
Il messaggio, infatti, ha una forte valenza correlata alla forma: una massa compressa per trasmettere l’idea della pressione che l’uomo, in tutte le sue manifestazioni, sta esercitando sull’ambiente, con i consumi e i rifiuti che stanno mettendo sotto stress il Pianeta. “È un’opera d’arte con una doppia finalità: di allarme e di azione”, aggiunge Zamberlan.
Mass Pressure è un pezzo unico realizzato in collaborazione con Novacolor, azienda italiana specializzata in vernici all’acqua ed elementi decorativi, presentata al “supersalone” dello scorso anno e totalmente dipinta a mano.
“C’è stata una grande accoglienza sia per il messaggio sia per il fatto che nessuno aveva esplorato, prima d’ora, delle forme tanto semplici, ma, allo stesso tempo, complesse. Quando si va fuori dagli schemi, c’è sempre un riscontro forte: la nostra filosofia è provare a fare prodotti mai banali, che facciano prendere posizione e non lascino indifferenti. L’elemento innovativo, in questo caso, è stato capire come comprimere la materia”.
La complessità è diventata enorme quando si è passati dall’opera d’arte alla realizzazione di un prodotto d’arredo, dall’essere dipinta a mano all’essere rivestita di tessuto, dall’avere un messaggio all’essere anche utilizzata per il suo scopo primario: la seduta. “La sfida più grande è stata renderla confortevole: prendere un metro cubo di gomma, e comprimerla, comporta che la parte dove ci si siede sia dura come il marmo”, ricorda Zamberlan. “Avevamo l’obiettivo di giungere al comfort che ci si aspetta da una poltrona, preservando l’idea e l’estetica originarie”. E quindi anche la sostenibilità che, nel mondo di oggi, non può essere garantita solo dall’uso di prodotti ecocompatibili, ma deve riguardare la vita stessa dell’arredo che deve essere, prima di tutto, disassemblabile, di modo che ogni singola parte sia riciclabile. “Con delle semplici viti, poste sotto la poltrona, si può separare la parte metallica della struttura dalla gomma a sua volta separabile, tramite zip, dal tessuto in fibra naturale”, conclude Renato Zamberlan. “Produrre meno e meglio è il nostro approccio al tema”.
Dalla provincia di Pordenone a quella di Udine, per un altro pezzo d’arredo che unisce la creatività di un designer europeo con la manifattura e la tecnologia italiane. È il caso della famiglia di sedie Moon, firmate da Mac Stopa per Tonon, premiate con l’Iconic Awards 2022: innovative interior: un progetto d’arredo dal forte richiamo naturale, grazie alle forme organiche utilizzate.
“Mettendomi più in gioco nel comparto furniture, ho dato spazio al mio interesse per la natura e per i pezzi quasi scultorei che danno forma a una mimesi naturale”, racconta Stopa, architetto e industrial designer, che da circa venti anni ha il suo studio, Massive Design, a Varsavia. “Mi piacciono le linee geometriche e curve, perché permettono di rendere più fluidi e dinamici gli oggetti. Per questo, più di dieci anni fa, sono stato fra i primi designer a dotarmi di una stampante 3D nel mio studio, per sperimentare nuovi approcci al lavoro”.
Per Mac Stopa, tutta l’Italia è la capitale del design: l’eredità dell’architettura classica, il design di metà Novecento, l’artigianato di dettaglio, le nuove tecnologie, l’uso dei materiali, tutto si integra così bene da dare l’idea che ogni progetto sia possibile. “L’approccio alla manifattura in Italia è davvero speciale, perché il punto di partenza molto spesso è fare qualcosa di differente, che stravolga il sistema. Nelle altre parti del mondo, invece, si tende a rifare un’altra versione di una cosa già realizzata”.
Il rapporto con Sandro Tonon, in particolar modo sul progetto Moon, nasce in relazione all’investimento che l’azienda friulana ha fatto in termini di injection molding, un processo che permette la produzione di arredi più flessibili e confortevoli. Come nel caso della famiglia di sedie Moon, in poliuretano integrale soft-touch, con un rivestimento waterproof morbido come una seconda pelle, ma indeformabile.
“Questo tipo di tecnologia permette di 'sculturizzare' gli arredi, così da offrire la massima flessibilità possibile, con forme organiche e adattabili, più vicine al mondo dell’artigianato”, commenta il designer polacco. “Senza contare che in questo modo è possibile dare vita a una famiglia di prodotti di diversi colori e dimensioni, sulla base dell’esigenze del consumatore. La forza di Moon, infatti, sta proprio nelle molteplici finiture – può avere lo schienale aperto o chiuso – e nelle dimensioni – grande, piccola, in versione sgabello”.