Mercati Regno Unito, arredo in ripresa, anche grazie allo smart working Testo di Camilla Colombo Aggiungi ai preferiti photo courtesy Lema Dopo la battuta d’arresto del 2020, il mercato registra segnali incoraggianti, soprattutto nel residenziale. Tiene il made in Italy. Le abitazioni diventano spazi versatili, dove fondere casa e lavoro “Da gennaio, il mercato inglese pare in leggero miglioramento”. A dare corpo ai dati dell’Office for National Statistics, che ha analizzato l’impatto della pandemia da Covid 19 sul settore della manifattura, arredo compreso, c’è la voce di chi nel Regno Unito lavora e ha spazi retail aperti al grande pubblico. Come Barbara Villari, managing director & art director dell’omonima azienda di famiglia, che commenta: “Il nostro punto vendita più importante a Londra, all’interno di Harrods, dove abbiamo un negozio Villari in concessione, ha subito una forte flessione negli ultimi due anni, dovuta alla pandemia. Ora paiono vedersi degli spiragli di ripresa”. Gullwing, Lucylle and Florens by Gabriele and Oscar Buratti, photo courtesy Lema Prima deI Covid, il settore inglese dell’arredo presentava un buon rendimento, con un numero di imprese attive nel settore (nel 2019) pari a circa 6.355 e oltre 95mila impiegati coinvolti. In base ai dati dell’ONS, nel 2020 si è verificata una flessione del 7% rispetto al 2019, un dato negativo, ma meno impattante rispetto ad altri comparti manufatturieri che hanno registrato punte di -10%. “Il mercato inglese ha tenuto abbastanza bene durante la fase acuta della pandemia”, commenta Umberto Salon, managing director di Lema UK. “Per quanto riguarda il settore contract, il governo ha mantenuto i cantieri aperti e questo ha permesso ai progetti di proseguire; insieme ai nostri maggiori clienti e developer, abbiamo deciso strategicamente di mettere in produzione gli arredi prima della seconda ondata, favorendo il proseguo veloce dei progetti nei tempi prestabiliti. Il settore retail ha ovviamente subito l’impatto delle chiusure dovute al lockdown, ma ha poi ripreso velocemente e con vigore, grazie alla domanda dei privati che, rimanendo più tempo a casa, hanno pensato di rinnovare parte dell’arredamento”. Doshi Levien home in the Barbican, photo courtesy Il fatturato totale del settore arredo inglese ha raggiunto quasi 9 miliardi di sterline nel 2021, con una crescita del 23,3% rispetto al 2020 (7 miliardi e 283 milioni) e una flessione rispetto al 2019 del 3,5% (9 miliardi e 311 milioni). Secondo il managing director di Lema Uk, Londra rimane un mercato di importanza mondiale, soprattutto nel comparto residenziale alto spendente, grazie alla stabilità e alla certezza dell’investimento a medio/lungo termine della città. “L’offerta di case e appartamenti super lusso (ovvero più di 8 milioni di sterline) è molto inferiore alla domanda, per cui il luxury residential market è in forte crescita”, commenta Salon. “Inoltre, a dare consistenza alla domanda, è la presenza di grossi fondi di investimento e fondi pensione che trovano nella capitale un mercato sicuro, con grande appeal. Questo ci ha permesso di continuare a crescere nel mercato retail, specialmente contract”. Nipa Doshi and Jonathan Levien, photo courtesy “Molte persone hanno iniziato a lavorare da casa, soprattutto a Londra, che è il mercato più grande del Regno Unito per contract & domestic forniture. C’è stato un incredibile spostamento e una grande introversione verso la casa, io vivo nel centro di Londra che, durante la pandemia, si è completamente svuotato”. A parlare è Nipa Doshi, una delle due menti brillanti dietro al duo di design Doshi Levien, un forte legame con la sua terra d’origine, l’India, che le regala uno sguardo plurale sul mondo e sul processo creativo. “Le persone hanno iniziato a concepire la casa non solo come uno spazio dove lavorare – cosa mai pensata prima –, ma anche come un panorama da vivere, un ambiente di cui prendersi cura. L’abitazione è diventata versatile, il luogo dove mangi è quello in cui lavori, il divano – il mio oggetto di riferimento fra le mura domestiche – è lo spazio in cui ti rilassi, ma anche dove fai le call su Zoom. Versatilità, adattabilità, comfort sono diventati ancora più importanti. Tanti hanno cucinato, ad esempio. L’outdoor è un trend che ha preso piede non come un generico esterno, ma come una relazione viva fra natura e casa, con la natura che entra dentro casa. Anche se il contract ha subito più danni, in realtà la pandemia non è stata così drammatica per il nostro settore, perché il residenziale ha avuto molte richieste”, aggiunge Doshi che individua nella sperimentazione, nell’apertura al bello, nella maggiore libertà di espressione, una tendenza rilevante che sta dando forma ad abitazioni più sperimentali, che diventano un riflesso più realistico dell’identità di ognuno, con eclettismo e un maggiore uso del colore. La collezione casa di Lema, in linea con la diffusione dello smart working, ha registrato un incremento di vendite, soprattutto fra gli scrittoi, come Victor od Ortis, i divani, come il nuovo Venise, bestseller del Flagship Store di Chelsea, e i tavoli, specialmente Gullwing e Bulè. “Abbiamo, inoltre, notato una grossa richiesta di LT40 e sistemi modulari che possono essere utilizzati sia come storage a casa, quando le mura domestiche diventano le pareti dell’ufficio, sia come separazione negli appartamenti open space per dividere lo spazio casa/ufficio”, aggiunge Umberto Salon. Bulè Table and Bea Chair by Chiara Andreatti, photo courtesy Lema Secondo i dati dell’Ice, a ottobre 2021, le esportazioni di arredi made in Italy sono tornate a salire, arrivando a quota 737 milioni di euro, in ripresa rispetto al 2020, ma in calo rispetto agli oltre 890 milioni del 2019. “Lusso, alta qualità, design di alto livello. Questi sono i sinonimi di made in Italy sul mercato Uk, che si distingue per la scelta dei tessuti, il tailoring, la produzione industriale e l’artigianato fatto a mano”, commenta Nipa Doshi. “C’è una forte associazione anche con il concetto di spesa, di alto costo del prodotto, di accessibilità. Dobbiamo sempre ricordarci che il design è un prodotto d’élite, non tutti possono permetterselo. Il made in Italy, in particolare, è molto forte nel residenziale, come testimoniano i casi, apprezzatissimi, di B&B Italia, Moroso, Poltrona Frau, Cassina. È bello, però, notare che il made in Italy ha anche dei competitor, come dimostra il revival del design scandinavo, che spinge a reinventarsi”. Sulla sostenibilità, probabilmente il tema di maggiore attualità della nostra epoca, non solo nel mondo dell’arredo, la designer inglese conclude con una posizione molto chiara. “La sostenibilità non è un trend che la prossima stagione passerà, è la nostra realtà, una nuova realtà che tutti, dai produttori ai consumatori, devono abbracciare, perché, soprattutto nel mondo occidentale, per anni, si è creduto che consumare non avesse conseguenze”, precisa con convinzione Doshi. “Sono in corso molte innovazioni nella manifattura e investimenti nella ricerca per far sì che i prodotti siano davvero sostenibili, con un impatto quasi zero sul pianeta, ma è un percorso molto lungo cambiare il nostro stile di vita, si dovrà iniziare a pensare a ogni singola azione che si compie”.