Sfide ambientali e sociali: i bilanci di sostenibilità

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Photo courtesy Crassevig

Slide, Crassevig e Gessi raccontano gli sforzi volti a molti fronti, da centri di produzione sempre più incentrati sulla persona, a prodotti che nascano già riciclabili

In un momento storico in cui le sfide ambientali e sociali non possono più essere ignorate, sono diverse le aziende del mondo dell’arredamento che hanno deciso di riflette sul loro contributo al percorso di sviluppo sostenibile di un intero settore, con azioni specifiche che spaziano dallo sforzo nella ricerca di nuovi materiali ad una attenzione alle energie rinnovabili, da centri di produzione sempre più incentrati sulla persona, a packaging sostenibili, e prodotti che nascano già riciclabili.

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Taglio della plastica, Slide, photo courtesy Slide

Slide, azienda attiva nella produzione di arredi di design in polietilene per indoor e outdoor con stampaggio rotazionale ha pubblicato il bilancio di sostenibilità 2020 raccontando quanto avviene nella sua sede di Buccinasco, alle porte di Milano, si trovano produzione, magazzini, reparti logistici e uffici: “Le risorse che utilizziamo per creare i nostri prodotti provengono dalla Terra e vengono trasformate attraverso complessi processi che coinvolgono altri settori e altre persone, prima di arrivare da noi a Buccinasco”, precisa, nell’introduzione al report, Marco Colonna Romano, ad dell’azienda. “Guardando alla nostra storia e allo scambio continuo che abbiamo avuto con il mondo circostante, crediamo che non sia più possibile, oggi, parlare di business e del futuro di un business senza parlare di sostenibilità”.

 

L’impegno spazia molto, e tocca prima di tutto il tema della materia prima, riciclabile al 100%, così come alcuni colori a catalogo sono realizzati con materiale riciclato. In particolare, i prodotti in polietilene sono riutilizzabile all’infinito: al termine della sua vita, ogni creazione Slide può infatti tornare polvere di plastica, per dare vita ad altri mobili. Inoltre, ogni anno l’azienda sviluppa una linea in plastica sostenibile (derivata da plastica seconda vita o da canna da zucchero). Anche il taglio dei prodotti è fondamentale, perché riducendo la grandezza dei prodotti e dividendone i colori è possibile restituire la plastica ai fornitori che, possono usarla nuovamente. Altro importante focus del bilancio è il territorio: l’80% dei fornitori è situato sul territorio italiano, e di questo, il 75% è situato in Lombardia. Per quanto riguarda il valore distribuito, l’88% è destinato alla catena di fornitura italiana, mentre il 66% a quella della Lombardia. Ciò significa, spiegano da Slide, che la catena di fornitura è controllata, il trasporto di materiali e il loro impatto sull’ambiente è limitato. Soprattutto, il valore che l’azienda distribuisce rimane per la maggior parte sul territorio circostante, lo stesso da cui proviene la maggior parte dei dipendenti.  

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Photo courtesy Crassevig

Anche Crassevig, azienda di San Vito al Torre, in provincia di Udine, che dal 1969 lavora a soluzioni di seduta e ad arredi d'interni che uniscano ispirazioni scandinave all'artigianato industriale italiano, nel suo Sustainability report 2020 si è impegnata a ridurre l'impatto sull'ambiente circostante ambiente tutti i giorni. Stando al documento, l’impegno è stato portato avanti su differenti fronti: le emissioni, si legge, sono costantemente filtrate e monitorato, lotta all'inquinamento atmosferico, mentre i residui sono riutilizzati e riciclati fino all’81%, per evitare sprechi.

Importante anche il tema legno, la cui certificazione garantisce che ogni il lotto di materiale possa essere tracciato fino alla sua posizione originale, ed in questo modo garantire che il legno scelto provenga da foreste gestite in un modo controllato e responsabile, controbilanciare la sovra estrazione e deforestazione. C’è poi un impegno alla riparazione, e ad un approccio rigenerativo, volto all’efficienza delle risorse e riduzione dei rifiuti: importante quindi, si legge, che i prodotti di arredamento siano progettati in base alla loro durata della loro vita, per garantire la longevità, ma anche, al termine del suo utilizzo, una facilità di smontaggio che permetta il riciclo di materiali diversi, come nel caso della sedia Anna. Altro esempio di sviluppato in una prospettiva sostenibile, dalle materie prime alla durabilità è quello proposto dalla famiglia Pola, sedute realizzate con materiali riutilizzabili e riciclabili, i cui elementi, se danneggiati, possono essere facilmente ripristinati o sostituiti, garantendo uno smaltimento ecocompatibile.

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Parco Gessi, photo courtesy Gessi

Anche Gessi, che si prepara a breve a pubblicare il suo nuovo Bilancio di sostenibilità, nel suo precedente report, il primo, riferito al periodo tra il 1° gennaio 2020 e il 31 dicembre 2020, fotografava un impegno in grado di riconoscere il legame tra sostenibilità e capacità competitiva, oltre che credibilità, dell’azienda stessa. “Ho pensato molte volte a come poter raccontare cosa significa la parola sostenibilità per Gessi e sono giunto alla conclusione che per noi ha un aspetto tridimensionale: sociale, ambientale, economico” si legge nel prologo del report di Gian Luca Gessi, amministratore delegato Gessi. “Tre dimensioni che sono insieme carattere e fisionomia della nostra azienda. Corpo e anima, impossibili da scindere. Sostenibile per Gessi è un modello di sviluppo in grado di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri. La sostenibilità non è un concetto astratto. La sostenibilità per Gessi vuol dire raccontare la nostra storia, la nostra filosofia, i nostri valori, il nostro legame con le radici”.

Numerose le iniziative elencate, relative sia alla vita in azienda, sua alla produzione. Nel primo caso, si parte da Parco Gessi, a Serravalle Sesia, in provincia di Vercelli, lì dove ha sede l’azienda e dove quattro ettari di superficie fotovoltaica hanno evitato l’immissione in atmosfera di oltre 9.000 tonnellate di CO2 nel periodo 2017-2020. Lo stesso parco accoglie 20 arnie formano una casa sicura per più di 600 mila api, ma anche un percorso in ciclabile che permette ai dipendenti momenti ma anche la possibilità di spostarsi da un reparto all’altro in maniera ecologica. Una impronta green che, si legge nel report, è il fil rouge che unisce anche le “case” made, ovvero gli showroom presenti in Italia e nel mondo.

Mantenendo lo sguardo interno, il bilancio ricorda che l’azienda, oltre al più diffuso codice etico, nel 2013 si è dotata anche di un organismo di vigilanza composto da professionisti esterni, che ha portato alla nascita di diverse procedure, che spaziano dalla gestione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione a quella sponsorizzazioni, liberalità, omaggi (con procedure valide per tutti, dagli amministratori ai dipendenti). Quando hai prodotti, il focus è legato ad una ricerca di sostenibilità non solo in fase di lavorazione, e di salvaguardando dei lavoratori, ma in favore dello sviluppo di tecniche e tecnologie utile per la salvaguardia delle risorse, come ugelli che limitano la formazione di calcare oppure miscelatori che permettono un risparmio idrico.