Storie Tutto, ma proprio tutto, quello che dovresti sapere su metaverso NFT, blockchain, criptovalute. Testo di Marilena Sobacchi Aggiungi ai preferiti Courtesy Photo Krista Kim Studio Cosa sono metaverso e NFT? Perché un’opera digitale come The Last 5000 Days di Beeple è stata venduta per 69 milioni di dollari? Perché si sta investendo su opere d’arte che non esistono? E come si sta muovendo il design in questo universo parallelo? Quando mio nipote – anni 13 (!) – chiede di poter festeggiare il suo compleanno su Roblox o Fortnite, cado dalle nuvole. Mi dico, tranquilla, hai doppiato, ahimè, i vent’anni, è ovvio che tu non sappia né di cosa stia parlando, né di come questo possa avvenire. Ovviamente, inferisco che desidera organizzare un evento digitale, in uno spazio virtuale, su una piattaforma online interattiva, di cui, però, ignoro l’esistenza. Il pensiero che segue è epifanico: la generazione Z (anche detta Centennial, Digitarian, iGen, Plural, Post-Millennial, Zoomer, nata tra il 1995 e il 2010) sta crescendo con la prospettiva e l’aspettativa che gran parte della vita sarà online, digitale, virtuale. Conclusione: il metaverso – concetto, fino a pochi anni fa, familiare ai soli nerd e oggi un tormentone da prima pagina – è già tra noi: che ci piaccia o meno, è tempo di conoscerlo, comprenderlo e immaginare come sfruttarlo al meglio. Ufficialmente sdoganato in ottobre da Mark Zuckerberg, ma immaginato già trent’anni fa da Neal Stephenson nel romanzo cyberpunk Snow crash (1992), il metaverso indica uno spazio tridimensionale all’interno del quale persone fisiche possono muoversi, socializzare, lavorare, condividere beni ed esperienze attraverso i loro avatar. Una vera e propria piazza sociale virtuale. Al di là delle critiche sulle modalità di presentazione – ingenua e sopra le righe – del CEO di Facebook, l’interesse per la proprietà puramente digitale, per le esperienze virtuali persistenti e immersive e la relativa tecnologia è aumentato drasticamente negli ultimi dodici mesi e termini come metaverso, blockchain, criptovalute, NFT (non-fungible token) sono oggi sulla bocca di (quasi) tutti. E non si tratta di semplici rumors. Il valore degli NFT è salito a 10,7 miliardi di dollari nel terzo quadrimestre del 2021. Secondo Bloomberg Intelligence, entro il 2024 il metaverso raggiungerà un valore di 800 miliardi di dollari e uno studio di Morgan Stanley prevede che, per il 2030, metaversi, gaming e NFT rappresenteranno il 10% del mercato del lusso; in particolare, si stima che gli NFT dedicati ai luxury collectibles aggiungeranno 25 miliardi di fatturato annuo al settore. NFT, Cripto, Meta…cosa? Qualche definizione Il metaverso è un insieme di spazi virtuali interconnessi che offre nuove modalità di azione, interazione e reazione grazie a realtà virtuale, blockchain, NFT e immersività. La sua materia è composta dai dati e dalle informazioni del mondo reale e la sua struttura è spazio-temporale, la stessa dell’universo fisico. Interagisce con il mondo reale, dato che per accedervi servono visori VR e guanti per maneggiare oggetti virtuali, sfrutta dispositivi o applicazioni che già oggi utilizziamo sui nostri pc o smartphone e ha rapporti anche con sistemi economici reali per trarre il massimo profitto da item virtuali. L’NFT, invece, è uno smart-contract che certifica la proprietà di un’opera digitale, o meglio, di un oggetto digitale, un file, che rappresenta quell’opera. Questo file viene compresso in una stringa binaria di dimensione fissa chiamata hash, con un processo non invertibile conosciuto come hashing, che ne assicura l’unicità. Questa sequenza compressa viene memorizzata su una piattaforma che usa la tecnologia blockchain dove può circolare e venire scambiata. Della blockchain, gli NFT mantengono tutti i vantaggi: decentralizzazione, disintermediazione, immutabilità del registro, tracciabilità e verificabilità dei suoi contenuti, spostamenti e trasferimenti. Gli NFT possono essere qualsiasi cosa digitale, ma gran parte del fermento attuale riguarda l’uso di questa tecnologia per vendere e acquistare arte digitale. Da qui, l’importanza delle criptovalute – accanto ai capitali reali –, ossia monete virtuali le cui transazioni vengono registrate su una blockchain, un registro aperto e distribuito che le memorizza in modo sicuro, verificabile e permanente. Courtesy Photo Krista Kim Studio Ma chi fa cosa in questo “minestrone” digitale? Ça va sans dire che questo universo sia già stato preso d’assalto da soggetti diversi. Ma partiamo dagli inizi. Gli NFT sono diventati tecnicamente possibili grazie alla blockchain di Ethereum (una delle criptovalute più utilizzate). Il loro primo impiego? Nel gioco online CryptoKitties, che permette agli utenti di creare, scambiare e vendere gattini virtuali. Chiaramente i pet più amati dalla rete. Certamente adorati dalla persona che ha pagato il primo più di 170.000 dollari. Da allora è stato un crescendo di popolarità. Tra i contenuti NFT messi in vendita negli ultimi mesi, c’è il primo post di Jack Dorsey su Twitter (venduto per 2,9 milioni di dollari), il Gucci Ghost di Trevor Andrew (che ha fruttato 3.600 dollari) e la videoripresa della schiacciata di LeBron James dei Los Angeles Lakers (battuta per 208.000 dollari). La digitalizzazione della sceneggiatura di Pulp Fiction verrà a breve venduta su Opensea.com, il più noto marketplace di NFT: i fan di questo cult-movie ne potranno acquistare alcuni estratti con passaggi inediti. La Marvel, dopo il successo dei collezionabili digitali con licenza ufficiale NFT basati su Spider-Man e Captain America, ha lanciato la serie inaugurale dei classici Marvel Comics. A luglio, è stata messa all’asta anche la versione NFT di Spike di Banksy. La versione fisica dell’opera rimane di proprietà del tenore Vittorio Grigolo: colui che si è aggiudicato l’opera digitale per 150.000 dollari ha acquistato la copia digitale NFT autentica, ma non la proprietà dell’opera fisica originale. Per dirla in termini di collezionismo d’arte fisica: chiunque può acquistare una stampa di Monet. Ma solo una persona può possedere l’originale. L’opera NFT che al momento detiene il record assoluto di incassi è The Last 5000 Days di Beeple, battuta da Christie’s per 69,3 milioni di dollari. E, a proposito di case d’aste, Sotheby’s ha appena lanciato il proprio metaverso, uno spazio virtuale che consente agli utenti di esplorare e conoscere le opere d’arte disponibili in un mondo digitale immersivo. In questo modo, prevede di espandere i propri servizi con aste dinamiche, edizioni aperte e creazione di opere d’arte generative. E in Italia? È Cambi che ha proposto la prima asta dedicata agli NFT intitolata Dystopian Visions che ha visto 18 artisti proporre sul marketplace SuperRare i propri digital artworks, alternando immaginari utopici a realtà distopiche, apocalittiche, senza dubbio destabilizzanti. A curarne il metaverso, una veterana dell’arte digitale: Serena Tabacchi, direttrice e co-fondatrice del MoCDA, il Museo d’Arte Contemporanea Digitale nato a Londra nel 2019. Ultimo in ordine di tempo ma non di spettacolarità, è “Coral Arena”, NFT prodotto dagli artisti 3D e interior decorator Charlotte Taylor e Nicholas Préaud sulla base di una scultura progettata da Shohei Shigematsu, capo dell’ufficio newyorkese di OMA, che farà di The ReefLine un imponente, ma sostenibile, parco subacqueo parte che prevede una vera e propria barriera corallina artificiale visitabile lungo un sentiero per lo snorkeling. Se ora vi steste domandando se ci sarà mai qualcuno disposto a spendere una cifra a sei zeri per abiti o scarpe indossabili solo nella dimensione digitale, la risposta è senza dubbio affermativa! Lo scorso settembre, l’abito d’oro Haute Couture di Dolce&Gabbana, appartenente alla collezione Collezione Genesi (una selezione di nove pezzi NFT) è stato battuto all’asta per più di un milione di dollari. 620 paia di sneakers prodotte da RTFKT Studios e ideate da Fewocious hanno generato vendite per 3 milioni di dollari. La Baby Birkin di Mason Rothschild ed Eric Ramirez è stata venduta per 23.500. Nike detiene un brevetto per le sue sneaker NFT, le CryptoKicks. Gucci ha creato una Gucci Collection NFT esclusiva, che include borse, occhiali e cappelli utilizzati dagli avatar degli utenti all’interno del gioco Roblox. Mentre Aria, un corto a tre canali che si ripete in loop, diretto da Alessandro Michele e dalla fotografa e regista Floria Sigismondi, ispirato alla collezione AI 2021, è stato venduto in un’asta online di Christie’s per 25.000 dollari. Burberry ha disegnato una suite di personaggi e accessori NFT per il Blankos Block Party di Mythical Games. Mentre Louis Vuitton ha lanciato il videogame con NFT integrato Louis The Game in occasione del suo bicentenario. Anche la maison Guerlain non ha resistito a questo acronimo e in occasione dell’ultima Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea di Parigi (FIAC) ha deciso di invitare diversi artisti a produrre opere digitali originali certificate NFT sul tema dell’arte e della materia. Non solo arte e moda. Si può ballare al ritmo degli NFT? Da oggi, sì. È nata, infatti, Kingship la prima band che suonerà nel metaverso. È composta da quattro scimmie digitali e ha firmato un contratto con la casa discografica Universal. Chi sono questi primati? Fanno parte di una delle collezioni NFT di maggior successo, la Bored Ape Yacht Club, lanciata ad aprile sulla piattaforma OpenSea; l’immagine più economica vale circa 200.000 dollari, le più costose hanno raggiunto anche i 3 milioni di dollari. Se le sono accaparrate VIP americani del calibro di Jimmy Fallon, Stephen Curry, Snoop Dog che le usano come immagini del profilo twitter. Insomma, quattro di queste scimmiette si sono date alla musica e hanno siglato un accordo con 10:22 Pm, la nuova etichetta dedicata al web di Universal Music. I Kings of Leon hanno pubblicato, invece, a marzo When You See Yourself, il primo album musicale venduto anche tramite NFT. Nello stesso mese, gli italiani Belladonna sono i primi artisti in Italia a vendere un brano musicale NFT in copia unica e i primi al mondo a includere nell’NFT i diritti del brano, seguiti a ruota da Mike Shinoda dei Linkin Park. Gli NFT party, poi, sono ormai all’ordine del giorno. In Cina, è ovviamente l’e-commerce di Alibaba a fare da apripista. In occasione del Singles’ Day 2021 (una sorta di Black Friday cinese), il brand ha lanciato la sua “Metaverse Art Exhibition” presentata e gestita da AYAYI, la prima dipendente virtuale assunta nel ruolo di digital manager. Artista NFT, curatrice digitale, fashion brand manager, AYAYI guiderà il lancio del metaverso di Alibaba. In “Metaverse Art Exhibition” è possibile esplorare opere d’arte NFT sponsorizzate da marchi come Burberry, Coach e Longines. Sempre in questa parte del mondo, il 3 novembre, Seoul ha ufficializzato la sua entrata nel metaverso. Cosa comporta nella pratica? Che sarà la prima città al mondo a esportare eventi e servizi pubblici in un universo virtuale. Data prevista di conclusione del progetto: il 2026. Ma già nel 2023 sarà completato il Metaverse 120 Center, uno spazio dove gli avatar dei cittadini potranno recarsi per usufruire di servizi o denunciare disservizi. In fieri anche la possibilità che ricorrenze ed eventi come il Festival delle Lanterne avvengano nella piazza della “gemella virtuale” e che le principali attrazioni turistiche siano visitabili all’interno della “Virtual Tourist Zone”. Courtesy Photo Krista Kim Studio Courtesy Photo Krista Kim Studio Courtesy Photo Krista Kim Studio E il design? La domanda sorge spontanea: a cosa serve un divano se non ti ci puoi sedere sopra? Fatto salvo chi si è aggiudicato la Mars House, la prima casa digitale su Marte, ideata da Krista Kim e venduta come NFT per mezzo milione di dollari sulla piattaforma SuperRare, il settore non è ancora riuscito a dare una risposta efficace o soddisfacente a questa domanda. L’industry, infatti, non sembra aver ancora colto l’attualità del metaverso né le potenzialità di NFT & co. Tuttavia, a livello individuale, designer pionieri e visionari sono già riusciti a ottenere un cospicuo guadagno. Andrés Reisinger, originario di Buenos Aires ma di stanza a Barcellona, ha venduto su Nifty Gateway, in soli dieci minuti, dieci mobili virtuali per un totale di 450.000 dollari. La collezione NFT si chiama The Shipping e il pezzo più costoso è stato battuto per 67.777 dollari. Cinque mobili esistono solo nel mondo digitale, altri sono stati ideati per essere prodotti realmente e spediti agli acquirenti, uno, la Hortensia Chair, virale sui social da aprile, fa oggi parte del catalogo di Moooi in un’edizione limitata. La collezione Furniture Unhinged di Misha Kahn, designer americano visionario e stravagante, invece, battuta all’asta da Christie’s in agosto, ha fruttato 170.000 dollari. Si tratta di 10 pezzi, o meglio 10 file, che racchiudono ciascuno un’animazione sorgente di 13 secondi in cui si assiste alla trasformazione di una figura biomorfa in un pezzo d’arredo che può anche essere stampato in 3D. Due esempi di un nuovo approccio alla progettazione, che supera la necessità di dover toccare con mano gli oggetti per poter provare emozioni, proponendo un’inedita fruizione dell’arredo, libero da confini temporali e spaziali. Tutti questi pezzi possono essere implementati digitalmente e posizionati in qualsiasi metaverso, spazio virtuale 3D condiviso, utilizzati in applicazioni di realtà virtuale e aumentata o rivenduti in successive aste online moltiplicandone il valore, con l’autenticità e la proprietà verificate e certificate attraverso la blockchain. Oppure possono essere semplicemente collezionati come si fa con i pezzi d’arte, i dischi rari, i gioielli in edizione limitata o le auto…. Un arredo NFT potrebbe far parte di una collezione di opere non fungibili di artisti cripto come Beeple e Pak, o convenzionali come Damien Hirst, Takashi Murakami e Simon Denny. Oppure venire esposti in musei virtuali come il Museum of Crypto Art, il Museum of Contemporary Digital Art o il B.20 Museum o in una delle tante gallerie d’arte aperte nei metaversi esistenti o nelle nuove e affollate fiere di cripto-arte, come Meta_VS. L’ultima frontiera in quest’ambito? Acquistare un terreno nel metaverso, costruirvi un’abitazione o un ufficio digitali, reclutando magari un architetto virtuale o un digital designer, e arredarli con mobili NFT. Nota importante: conseguenza della pandemia, le applicazioni per il lavoro sono considerate centrali nel metaverso – se, in futuro, non si potrà essere presenti nell’ufficio fisico, si dovrà essere presenti in quello virtuale. Courtesy Photo Krista Kim Studio Courtesy Photo Krista Kim Studio Courtesy Photo Krista Kim Studio Come finirà la storia? Abitiamo ormai da oltre un decennio in un mondo in cui realtà digitale e fisica sono già profondamente interconnesse. Attività come giocare a carte in una stazione spaziale virtuale con gli amici, visitare in modo virtuale uno spazio prima dell’acquisto, “vedere” come un arredo non ancora acquistato può armonizzarsi nei nostri spazi, osservare un sistema solare proiettato nel cielo attraverso occhiali per la realtà aumentata sono già possibili. Il metaverso con annessi e connessi sembra allora davvero fantascienza? Nel mondo digitale, l’implausibilità presente è raramente un indicatore della fattibilità futura. Chiedersi come cambierà la realtà e il nostro rapporto con essa e con gli altri nel metaverso potrebbe non essere la domanda corretta. Oggi, forse, non abbiamo ancora nemmeno il linguaggio per esprimere quale sarà la vita dei nostri figli e nipoti tra digitale e fisico. Parlare delle esperienze nel metaverso in termini di “videoconferenze” totalmente immersive è come concentrarsi sul cacciavite che ripara il traliccio elettrico invece che su ciò che realmente è il metaverso: l’intero sistema elettrico. Ma la tecnologia e i pionieri di quest’ambito stanno facendo passi da giganti velocemente. Tempo dieci anni e il futuro che non esiste sarà realtà. Non facciamoci cogliere impreparati.