Salone Selection Un omaggio a Giovanni Gastel, fotografo gentiluomo Testo di Giulia Ossola Aggiungi ai preferiti Giovanni Gastel, Exhibition installation © Triennale Milano, Ph Gianluca Di Ioia Attraverso una doppia mostra - “The people I like” e “I gioielli della fantasia” - Triennale Milano celebra e ripercorre il segno artistico di un provocatore gentile, capace di leggere l’animo delle persone Il Teatro della Triennale di Milano era colmo di amici e colleghi. L’emozione si è sentita scorrere fin dalle prime parole, tra palco e platea. Giovanni Gastel, fotografo milanese di fama internazionale, quasi un anno fa è stato portato via dal Covid, a soli 65 anni. Ora, attraverso due mostre - intitolate rispettivamente “The people I like”, in collaborazione con il MAXXI, e “I gioielli della fantasia”, ideata con il Museo di Fotografia Contemporanea - Triennale rende omaggio a quello che è stato un sofisticato ritrattista del mondo che in quarant’anni di attività si è dedicato non solo a visi e corpi, ma anche a moda, gioielli, tessuti. “Giovanni non avrebbe voluto nessuna forma di retorica - sottolinea il presidente di Triennale, Stefano Boeri, dando il benvenuto agli ospiti della serata di inaugurazione - e prosegue “il suo lavoro si è intrecciato molte volte con i percorsi di Triennale, a cui aveva regalato idee, progetti e ispirazioni. Con queste due mostre rendiamo il primo doveroso omaggio a questo genio generoso e scanzonato che Milano e l’arte hanno perso, troppo presto.” Giovanni Gastel, Exhibition installation © Triennale Milano, Ph Gianluca Di Ioia “The People I Like”, a cura di Uberto Frigerio con allestimento di Lissoni Associati, presenta oltre 200 ritratti in grande formato, la maggior parte in bianco e nero, mentre nella parte finale del percorso espositivo si trovano 80 immagini della serie dei colli neri, ritratti ai margini della spiritualità. “All’inizio della sua carriera Giovanni non amava particolarmente i ritratti, ma negli ultimi anni sono diventati una parte importante del suo orizzonte fotografico”, interviene Giovanna Melandri, Presidente del MAXXI di Roma, che racconta “ho avuto il privilegio della sua amicizia, piena di intelligenza e risate; dopo aver ospitato la mostra al MAXXI sono felicissima che oggi sia qui e, mi piace ricordare le sue parole: “The people I like” racconta il mio mondo, le persone che mi hanno trasmesso qualcosa, insegnato, toccato l’anima... e per me questo non dipende dalla loro origine, estrazione sociale o altro. L’anima è qualcosa di unico, indipendente e, come tale, non segue nessuno schema predefinito, come il cuore”. Giovanni Gastel, Exhibition installation © Triennale Milano, Ph Gianluca Di Ioia In mostra si passa attraverso un labirinto di volti, pose, sogni di protagonisti del mondo della cultura, del design, dell’arte, della moda, della musica, dello spettacolo, della politica. Ritratti che in qualche modo riescono a cogliere la complessità del soggetto, scavando nella sua sfera psicologica. Si va da Barack Obama a Ettore Sottsass da Germano Celant a Zucchero; e ancora Tiziano Ferro, Vasco Rossi, Roberto Bolle, Bebe Vio, Bianca Balti, Luciana Littizzetto, Franca Sozzani, Miriam Leone e Monica Bellucci. In parallelo “I gioielli della fantasia” presenta uno dei primi lavori che ha dato notorietà internazionale a Gastel: 20 immagini di un progetto più ampio a lui commissionato da Daniel Swarovski Corporation nel 1991 per l’omonimo libro, e la mostra di gioielli del XX secolo, entrambi curati da Deanna Farneti Cera. Ritroviamo qui l’eleganza stilistica e i temi centrali della sua ricerca del fotografo, il dialogo tra il mondo degli oggetti e la figura umana, l’ironia, il corpo e la maschera, il travestimento e la metamorfosi. Giovanni Gastel, Exhibition installation © Triennale Milano, Ph Gianluca Di Ioia Gastel inizia a lavorare come fotografo alla fine degli anni ’70 in un seminterrato a Milano. Tra il 1975 e il 1976 lavora per Christie’s e nei primi anni ’80 si avvicina al mondo della moda con riviste quali “Annabella”, “Vogue Italia”, “Mondo Uomo” e “Mondo Donna”. Il successo lo porta anche a Parigi, dove lavora per Dior, Nina Ricci, Guerlain, nonché nel Regno Unito e in Spagna. Tra gli anni ’80 e ’90 la sua carriera nel mondo della moda esplode, parallelamente al boom del made in Italy. In quegli anni sviluppa campagne pubblicitarie per brand come Versace, Missoni, Tod’s, Trussardi, Krizia, Ferragamo. Nel 1997 Triennale Milano gli dedica una personale curata da Germano Celant che lo lancia ai vertici dell’élite fotografica mondiale e il suo nome compare accanto a leggende come Helmut Newton, Annie Leibovitz, Mario Testino, come accanto a quello di mostri sacri della fotografia italiana come Giampaolo Barbieri e Oliviero Toscani. Ed è proprio quest’ultimo a prendere la parola, tra ricordi e aneddoti, dal palco della Triennale: “vi rendete conto del privilegio che abbiamo avuto noi come fotografi? - chiede al pubblico - la possibilità di essere testimoni del nostro tempo. Io e Giovanni eravamo molto critici l’uno con l’altro, perché da veri amici ci dicevamo sempre la verità”. Giovanni Gastel Ph Tommaso Gesuato Barack Obama, The People I Like by Giovanni Gastel Franca Sozzani, The People I Like by Giovanni Gastel Bianca Balti, The People I Like by Giovanni Gastel Germano Celant, The People I Like by Giovanni Gastel Monica Bellucci, The People I Like by Giovanni Gastel Stefano Boeri, The People I Like by Giovanni Gastel La mostra è accompagnata dalle parole trascritte dal caro amico e curatore Uberto Frigerio: “Ogni ritratto rappresenta l'incontro e la sintesi di due immaginari, o di quattro, come scrive Roland Barthes nel suo saggio sulla fotografia La camera chiara: quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia, e quello in cui egli si serve per far mostra della sua arte. Due persone si incontrano ogni volta in un modo diverso, una magica sintesi che ho visto scattare infinite volte: seduzione, empatia, scoperta reciproca. Questo è l’aspetto più singolare del set fotografico di Giovanni trasformato, ogni volta, in un evento artistico. È con il passaggio in postproduzione che si completa l’opera. È qui che, soprattutto, si verifica il salto creativo, la visione personale del fotografo”. Che va certo oltre quello che vede davanti alla macchina fotografica. Info Giovanni Gastel “The People I Like” A cura di: Uberto Frigerio Progetto di allestimento: Lissoni Associati Prodotta da: Image Service in collaborazione con il MAXXI “I gioielli della fantasia” In collaborazione con: Museo di Fotografia Contemporanea