Storie Milano: la Città che sale (II parte) Testo di Patrizia Malfatti Aggiungi ai preferiti The Portico, progetto BIG - Bjarke Ingels Group - Image by BIG - Bjarke Ingels Group Soluzioni tecnologicamente avanzate, di massima efficienza e sostenibili: questi i prossimi landmark architettonici di una Milano che continua a crescere in altezza. Quattro zone di Milano, diverse fra loro ma accomunate da lavori di riqualificazione urbana e restyling, che vedono sorgere nuovi edifici non solo per uffici, ma soprattutto residenziali. Porta Nuova, CityLife, il quartiere Feltre e lo scalo Greco-Breda sono alcune delle aree dove fervono, o stanno per iniziare, grandi lavori. Edifici ecologici che offrono inedite strategie di sostenibilità, rispettosi del vivere urbano e delle nuove esigenze abitative e di vita contemporanee. Si sta per porre l’ultimo tassello a uno dei quartieri pionieri del rinnovamento urbanistico milanese, quello che più di qualunque altro ha rinnovato e qualificato l’immagine della metropoli lombarda, dotandola di un moderno distretto finanziario, al pari di altre importanti città europee. Stiamo parlando di Porta Nuova, il cantiere più grande d’Europa, avviato nel 2005, con firme di venti architetti, che, con i suoi edifici dalle altezze record e di forte impatto visivo, ha regalato a Milano l’immagine di città contemporanea e internazionale. La nuova sede del Centro Direzionale Gruppo Unipol progettata da Mario Cucinella Architects, già ribattezzata “Nido verticale”, rappresenta un altro passo verso il futuro. Fin dal primo sguardo, la geometria a rete della facciata, metafora degli intrecci che caratterizzano le relazioni umane e la società contemporanea, rivela la destinazione d’uso dell’edificio, quella di accogliere spazi commerciali, uffici, un auditorium ed eventi pubblici e culturali. Centro Direzionale Gruppo Unipol, progetto Mario Cucinella Architects - Render Engram Studio Sviluppata su una pianta di circa 1.400 mq, tra via Melchiorre Gioia e via Castiglioni, la torre si distingue per l’insolita forma ellittica pensata per inserirsi armoniosamente in un contesto già densamente costruito e per la facciata dinamica, scandita da griglie a X. Acciaio, legno e vetro compongono i 23 piani fuori terra, di cui l’ultimo con serra-giardino panoramica, bianchissimi e concentrici, affacciati a terrazza sull’ampio atrio d’ingresso, con alberi e aree riunioni più simili a salotti che a zone di lavoro. A questi livelli si aggiungono 3 piani interrati, per un’altezza complessiva di quasi 120 metri e una superficie totale di 31.000 mq. Un progetto rigoroso che ha dato vita a una “macchina” efficiente, dove nulla è puro formalismo, ma esclusiva funzionalità: dal volume tondeggiante al sistema della facciata, dal connettivo interno agli spazi pubblici intorno all’edificio. L’ingresso, sul lato sud, è costituito da un immenso atrio di 75 metri di altezza che serve anche da spazio di moderazione climatica, sfruttando l’esposizione come punto di rifornimento energetico. L’attenzione alla climatizzazione è sottolineata, in particolare, dall’involucro esterno a doppia pelle capace di isolare il volume in inverno e, al contempo, di limitarne il surriscaldamento in estate. La stessa geometria dell’involucro consente, ottimizzando la superficie di facciata, la piena efficienza energetica alla torre. Una grande vela, punto terminale dell’involucro, non solo mitiga l’azione degli agenti atmosferici, ma crea uno spazio ineguagliabile per ricchezza e qualità scenografiche. La doppia pelle esterna unitamente ai pannelli fotovoltaici sulla facciata, alla serra bioclimatica e al sistema duale per la raccolta delle acque piovane, concorrono all’ottenimento della certificazione LEED Platinum, il massimo riconoscimento in ambito di sostenibilità, sviluppato dal U.S. Green Building Council. Sono in corso i lavori di completamento. Altro quartiere ormai parte dello skyline milanese, che fa da controcampo a quello di Porta Nuova, è CityLife, sull’area dell’ex Fiera milanese, dove le torri di Arata Isozaki, Zaha Hadid e Daniel Libeskind fanno la parte del leone. La quarta torre, prevista sugli ultimi due lotti liberi del masterplan, si è trasformata – su proposta dello studio BIG - Bjarke Ingels Group a cui era stata commissionata – in un edificio alternativo, che non fosse in competizione con le tre altezze esistenti, ma che andasse a completare l’area, armonizzandosi con il contesto e, più in generale, con l’architettura milanese. The Portico, progetto BIG - Bjarke Ingels Group - Image by BIG - Bjarke Ingels Group Abbattuta la grande rampa stradale che divideva in due l’area, l’affermato studio danese ha creato un elemento di raccordo orizzontale, un vero e proprio portale di ingresso al sito di CityLife, che incornicia la visuale sulle tre torri, simbolo del quartiere. The Portico, come anticipa il suo nome, si presenta come un grande tetto ricurvo, lungo 140 metri, che poggia su esili colonne e su due edifici gemelli posti alle estremità. I 53.500 mq del complesso danno vita a uno spazio pubblico condiviso che interconnette gli edifici e invita i visitatori all’interno del quartiere, allentando il confine tra interno ed esterno e configurandosi come un pionieristico segno nel paesaggio urbano. Con soffitti alti, ampie vetrate, una serie di terrazze a cascata, gli edifici ospiteranno uffici, un albergo e un rooftop bar con vista sulla catena delle Alpi, mentre il grande spazio centrale porticato diventerà uno spazio pubblico per la città. Un progetto che rende omaggio alla tipologia classica del portico come elemento funzionale e di protezione, richiamando in particolare i porticati realizzati nei secoli in Italia. Sarà, invece, immerso nel Parco Lambro, nella zona est di Milano, il nuovo complesso residenziale Park Towers Milano di Bluestone progettato dallo studio Asti Architetti. Tre edifici differenti per forma e materiali, ma caratterizzati dalla destinazione residenziale e da un alto zoccolo trasparente in modo da poter penetrare visivamente la profondità del lotto, un’area complessiva di circa 8.000 mq. Park Towers Milano, progetto Asti Architetti Due torri, rispettivamente di 22 e 15 piani, affiancano un edificio più basso, di soli 4 piani, oltre a un livello interrato. Il complesso è dotato delle più moderne tecnologie e servizi: dal controllo domotico della casa, gestibile anche da remoto tramite app al free wi-fi negli spazi comuni e nel giardino, dagli spazi co-working alla palestra, dalla ciclo-officina alle colonnine per la ricarica di veicoli elettrici e ai box al piano interrato, da un locale delivery dotato di cella frigorifera a un orto urbano lasciato alla gestione dei condomini, da un’area giochi per bambini, sia indoor sia outdoor, a un’area per la tolettatura dei cani. E, infine, a disposizione dei soli residenti anche un ampio parco privato di 5.000 mq, progettato con attenzione alle esigenze di bassa manutenzione e basso fabbisogno idrico, ideale prosecuzione dell’adiacente Parco Lambro. Gli appartamenti – 129 di diversi tagli e metrature – sono dotati delle più moderne tecnologie, a partire dagli 8 ascensori provvisti di impianti di sanificazione a garantire la massima sicurezza sanitaria. Ogni appartamento, in cui è assicurata un’ottimale salubrità e sanificazione dell’aria indoor, avrà un sistema autonomo di ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore. Particolare attenzione è stata riposta anche nella distribuzione dei volumi, pensati per offrire il meglio in termini di soleggiamento e vedute, e nell’allestimento degli interni. La consegna è prevista entro il 2023. Spostandoci dalla zona Est a quella Nord di Milano, lo Scalo Greco-Breda − il primo dei sette scali ferroviari milanesi a essere stato venduto e progettato per rinascere − vede il primo esempio di housing sociale italiano zero carbon, nonché progetto vincitore del bando internazionale “C40 Reinventing Cities”, che ha coinvolto 14 città per 31 siti da riqualificare per una rigenerazione urbana resiliente e a zero emissioni. Il progetto, con masterplan sviluppato dallo studio milanese Barreca & La Varra (già coautori del Bosco Verticale con Stefano Boeri) e con progetto urbanistico e ambientale di Arup Italia, si propone come modello di sostenibilità abitativa, sia da un punto di vista energetico sia sociale, oltre che elemento di ricucitura del tessuto urbano di due quartieri, Bicocca e Precotto, da cui il nome di Innesto. L'Innesto, progetto Barreca & La Varra - Render Wolf Visualizing Architecture Tre gli obiettivi: un bilanciamento delle emissioni di CO2 pari a zero, una gestione responsabile e resiliente delle risorse, degli spazi e della comunità nel lungo periodo e la creazione di una Human Adaptive Zone, un quartiere collaborativo con un cuore agricolo. Il bilancio della CO2 tiene conto della costruzione e dei successivi 30 anni di gestione ed è stato pensato e disegnato per raggiungere un bilancio pari a zero lungo tutto il ciclo di vita. Su un lotto di circa 62.000 mq composto da tre parti (l’ex scalo ferroviario vicino alla stazione Greco-Pirelli, un’area verde su via Breda, e un binario dismesso affacciato sul quartiere Bicocca), il progetto occuperà il 72% con aree verdi attrezzate, con la piantumazione di circa 700 alberi. Il 76% dell’area sarà superficie filtrante (non costruita né sottoterra né nel sottosuolo), con un sistema di connessioni e spazi verdi attrezzati. Orti privati e didattici, un frutteto, serre e un giardino comunitario saranno patrimonio comune. 400 gli alloggi di housing sociale (50 circa con giardino) previsti, oltre a 300 posti letto per studenti e un’offerta volta ad attrarre persone in grado di “cambiare il mondo”, pronte a mettersi in gioco modellando i propri stili di vita. Le persone saranno coinvolte tramite strumenti innovativi di monitoraggio e informativi, con meccanismi di premialità, con l’obiettivo di diffonderne il patrimonio culturale, conoscitivo e progettuale, facendolo “esplodere” in tutta la città e oltre. Tutti gli edifici saranno Nearly Zero Energy, integrati con sistemi costruttivi e tecnologici prefabbricati con un mix di materiali sostenibili, per minimizzare la produzione di CO2 e di rifiuti, consentendo di smantellare e riciclare al 100% le strutture. Innesto ambisce a diventare anche un modello per la mobilità urbana del futuro: bike e car sharing, oltre a flotte di auto del quartiere, ridurranno il tasso di motorizzazione al 66%, con incremento di piste ciclopedonali e riduzioni di emissioni di C02 legate agli spostamenti dei residenti. Prevista anche una gestione idrica sostenibile per l’intero ciclo dell’acqua in cui le acque meteoriche vengono riutilizzate 100% in situ, con un risparmio sul consumo di acqua potabile del 30%, e il 15% delle acque nere trattate e recuperate direttamente in situ. Il riscaldamento del complesso sarà garantito da un sistema innovativo di teleriscaldamento di quarta generazione alimentato da fonti di energia rinnovabili con il recupero di calore delle acque reflue. Vasche per la coltura acquaponica integreranno due cicli generalmente separati, l’acquacoltura e l’orticoltura idroponica, minimizzando sia gli input chimici sia gli output di scarti.