Manifestazioni Fernando e Humberto Campana: libertà creativa per un design consapevole Testo di Porzia Bergamasco Aggiungi ai preferiti Humberto e Fernando Campana - Foto Bob Wolfenson La grande monografica presentata a Rio, ora integralmente visitabile in formato virtuale. Ma anche le fragilità, il futuro, il senso di responsabilità Da trentacinque anni sulla scena del design, i fratelli Campana sono riusciti a instillare e diffondere la necessità di un cambiamento di rotta nelle pratiche quotidiane del design. Un progetto poetico e politico che allora come oggi continua a meravigliare e a far riflettere. Oltre a migliorare la vita di intere comunità nelle favelas di San Paolo, attraverso l’insegnamento a donne e ragazzi dei processi di progettazione con l’Istituto Campana di San Paolo fondato nel 2009. La pandemia, anche se ha bloccato per mesi la visione della più ampia monografica realizzata finora, non ha fermato la loro creatività e le loro iniziative. Fra il resto hanno cominciato a rivitalizzare la fattoria di famiglia – dove dal 2000 hanno piantato più di 16mila piante autoctone per impedirne l’estinzione – con i primi 3 di 12 inediti “padiglioni verdi” dove dialogare con la natura, l’arte, il design, l’architettura. Una sorta di scuola ambientale per educare le persone, una scuola di tradizioni manuali. Ci hanno raccontato di questo e di tanto altro. La panchina Dois Irmãos (Due fratelli) della collezione Transwood celebra i 35 anni dell’attività dei Campana ed evoca valori a loro cari: l'unità e la collaborazione. Foto ©Eduardo Delfim Siete stati i pionieri del “disruptive” design, cioè, di un approccio proattivo alla progettazione del cambiamento. Come è possibile lavorare a livello globale a favore di un pianeta migliore, secondo voi? Il lavoro dell’Estudio Campana ha sempre messo in luce l’importanza del design sostenibile dal punto di vista naturale e anche umano. Fin dall’inizio abbiamo elogiato e utilizzato tecniche artigianali tradizionali, il che significa automaticamente dare lavoro a piccole imprese indipendenti in Brasile e all’estero. Anche il riutilizzo dei materiali è una nostra firma ancora prima che l’upcycling o il riciclo divenissero un argomento caldo. Oggi continuiamo a evolverci, assicurandoci che le nostre fonti siano certificate e facendo del nostro meglio per ridurre al minimo ed evitare sprechi e inquinamento, allo stesso tempo guardiamo allo sviluppo di nuovi materiali sostenibili. Alla fine, tutti questi meccanismi fanno sì che la nostra attività si alimenti a vicenda creando un ciclo sano di produzione che considera le persone e l’ambiente nel lungo periodo. Il valore esteticamente sostenibile è strettamente connesso al valore sostenibile. Ci parlate di questo concetto predominante della vostra abituale pratica artistica e progettuale? Oggigiorno le persone sono molto più legate ai loro averi. C'è un rapporto di affetto nei loro confronti e la necessità che ci sia un significato dietro ogni oggetto. Dal momento in cui proponiamo alle persone un pezzo che alle spalle ha una storia di molte mani, realizzato con cura, competenza e per uno scopo, diventa più affascinante di uno che è solo un altro oggetto. Questa consapevolezza del vero valore di un pezzo sostenibile riflette direttamente il punto in cui ognuno di noi si pone come designer e consumatore. Siamo tutti responsabili di ciò che acquistiamo, quindi perché non possedere qualcosa che manda un messaggio positivo e supporta pratiche migliori? Icona dell’Istituto Campana, Paraiba Chair del 2006, utilizza le bambole artigianali realizzate da una comunità del nord-est del Brasile. Foto ©Luis Calazans Lo fate anche con la formazione, attraverso l’Istituto Campana di San Paolo. Quali attività sono attualmente in corso? Ora tutte le attività del laboratorio con i bambini sono state interrotte a causa della pandemia, ma continuiamo a collaborare con ONG, istituzioni e partner commerciali per espandere le nostre attività il prima possibile. In sostanza, l'Istituto Campana cerca di trasformare la vita delle persone svantaggiate (bambini e adulti) attraverso il design, dando loro nuove prospettive insegnando o perfezionando le loro abilità attuali. Sto parlando [dice Humberto, ndr] di individui e comunità che vivono ogni giorno difficoltà e non sono in grado di vedere alcuna prospettiva per le loro vite (bambini di famiglie distrutte, ex prigionieri e tossicodipendenti, ecc.). “Costruire una vita con le mie mani” è sempre stato il mio motto, quindi cerco di mostrare loro come possono fare lo stesso e siamo orgogliosi di quello che fanno con queste nuove abilità. Spesso acquistiamo i pezzi prodotti in questi laboratori, li vendiamo attraverso l’istituto, i negozi dei musei e le fiere e restituiamo loro i profitti. È molto gratificante vedere la trasformazione, nel momento in cui realizzano che possono guadagnarsi da vivere con qualcosa che hanno fatto da soli all’interno di un contesto comunitario. Questo lo vediamo anche con i brand che desiderano collaborare con noi, in quanto si aggiunge alla responsabilità sociale che le aziende tendono ad avere, proprio perché i consumatori si aspettano che siano attori attivi in quel campo. Per noi è fantastico: più risorse abbiamo dai partner che condividono sinceramente il nostro punto di vista, più persone possiamo raggiungere. A parte i workshop, un nuovo progetto di cui siamo molto entusiasti è questo nuovo incremento all’aperto che Fernando e io abbiamo avviato nella nostra fattoria di famiglia a Brotas, nello stato di San Paolo. Abbiamo piantato 16.000 alberi dagli anni 2000 per recuperare specie autoctone che sono andate perdute in centinaia di anni di agricoltura e ora vogliamo integrarlo con padiglioni d’arte aperti al pubblico. Una sorta di giardini di sculture e spazi di contemplazione che avvicinano le persone alla natura e all’arte. Un morbido tubo di poliuretano rivestito, lungo 120 metri, intrecciato a formare un nido. È fra i pezzi storici dei Campana a catalogo da Edra. L’azienda italiana con cui producono fin dal debutto la maggior parte dei loro progetti. In sintesi, qual è il messaggio principale che volete diffondere? Quale dei vostri prodotti ne è il “portavoce” particolare? Penso che il messaggio principale sia la conservazione. La difesa delle abilità vernacolari, la tutela della natura, la salvaguardia della nostra memoria, della nostra eredità. Il Brasile ha un problema cronico in cui le persone dimenticano la loro storia troppo velocemente. Il nostro attuale governo ne è una triste prova. Stiamo cercando di fare la nostra parte restituendo alla società e alla natura, e il modo migliore per farlo è attraverso l'istruzione. Tutti i nostri pezzi portano un po' di questo messaggio, ma se dovessi sceglierne uno in particolare sarebbe la nostra sedia Paraíba, perché è nata in partnership con una comunità di artigiani nel nord-est del Brasile e con loro abbiamo realizzato che le scelte del nostro design avevano davvero un impatto sulle persone. Questo è stato il primo seme che ha dato le radici alla fondazione dell'Istituto Campana. La maggior parte dei vostri progetti sono prodotti in edizione limitata per marchi e gallerie di design di lusso. Non sono per tutti. Non è una contraddizione? Affatto. Le edizioni limitate sono una delle nicchie con cui lavora il nostro studio, ma ce ne sono molte altre, che sono abbastanza economiche. Indipendentemente dai marchi o dai prezzi, ciò che è veramente importante è che impieghiamo 20 persone e molte altre indirettamente. Anche durante la pandemia siamo riusciti a tenere tutti a bordo. Inoltre, una parte dei profitti ritorna all'istituto, quindi in un modo o nell’altro, ogni progetto alimenta il benessere delle persone in generale. Datata 2007, si chiama Trans Chair ed è fatta di vimini e oggetti trovati, di gomma e plastica. È il simbolo della natura che vince sulla sopraffazione della plastica e di ciò che è artificiale. Foto ©Andrew Garn Oggi si parla spesso di fragilità. Cos'è la fragilità, secondo voi? E come si esprime nel processo di progettazione? Da come la intendo io, la fragilità è non sentirsi in grado di far fronte alle sfide inaspettate della vita, o quando ci si sente impotenti di fronte ad esse. Questa pandemia mondiale di Covid-19 ha sicuramente portato tutta l’umanità allo stesso livello di vulnerabilità, svelando questo stato nella maggior parte di noi, mentre altri hanno trovato l’opportunità di cambiare rapidamente lo stato delle cose. Noi affrontiamo attraverso il nostro lavoro progettuale il modo di importare queste paure e queste tenebre negli oggetti dando loro un'anima e una nuova semantica. Una sedia è molto più della sua funzione o forma, porta un messaggio. Lo si può vedere nella nostra Collezione “Hybridism”, un racconto distopico della fragilità dell’umanità di fronte al potere inarrestabile della natura. O, più recentemente, nella "Cativeiro" (prigionia), esposta al Centre Pompidou-Metz per la mostra “Face to Face Arcimboldo”, dove si affronta il comportamento dell’umanità che ingabbia se stessa attraverso l’ubiquo monitoraggio tecnologico. Il design narrativo è sicuramente un ottimo strumento per portare consapevolezza su argomenti attuali e la consapevolezza è il primo passo per responsabilizzarci e affrontare l’imprevisto. “Campana Brothers: 35 Revolutions” è il titolo della mostra al Mam Rio - Museum of Modern Art di Rio de Janeiro (2020 marzo - 2021 gennaio) curata da Francesca Alfano Miglietti, e del libro, lanciato di recente, per celebrare il vostro trentacinquesimo anniversario di carriera. Avete passato un anno a lavorare a questa grande mostra. Come è nata? La mostra ha iniziato a prendere forma da un invito del Mam Rio, che ci ha dato l'opportunità di realizzare il nostro sogno di lunga data di mostrare il nostro lavoro in questo luogo iconico di arte, design e architettura. Quando abbiamo iniziato a lavorarci, ci sembrava di essere nel film di Werner Herzog Fitzcarraldo, in cui il personaggio principale è determinato a trascinare un battello a vapore su una ripida collina. L’intero processo è stato davvero complicato e ha richiesto molto impegno di squadra, ma sicuramente abbiamo imparato molto nel mentre. Abbiamo lavorato con una ONG locale a Rio per sviluppare una scenografia sostenibile che potesse essere riutilizzata dopo la mostra. Abbiamo coinvolto la comunità nella realizzazione delle installazioni. Abbiamo contattato gli amici che hanno collaborato al libro, pubblicato di recente. È stata una celebrazione in cui abbiamo riunito tutti e tutto ciò che riteniamo fedele alla nostra visione, che ci ha portato attraverso questo percorso e tappa della nostra carriera. L'Istituto Campana ha anche svolto un ruolo fondamentale nel collegamento con i collezionisti, nella gestione dei pezzi dei nostri archivi e nel supporto dell'aspetto educativo della mostra. Uno dei collage di Humberto Campana realizzato durante il primo lockdown ed incluso nella mostra “At HOME 20.20” del canale Instagram del MAXXI di Roma. Foto ©Studio Campana Amore, Pensiero, Sogni, Tempo, Metamorfosi e Segreti sono le sezioni tematiche della mostra. Anche i testi del libro sono stati distribuiti in capitoli che rispecchiano questi temi. Potete dirci qualcosa al riguardo? Questa disposizione delle sale tematiche proviene direttamente dal punto di vista della curatrice della mostra. Francesca Alfano Miglietti ha creato un parallelo tra il nostro lavoro e i valori e le condizioni universali dell’umanità. Ha sviluppato un metodo alquanto interessante di selezionare e raggruppare opere d’arte che potessero dialogare con ciascuno di questi temi attraverso le storie non dette che ogni pezzo porta con sé, in un modo comprensibile a tutti. Dal punto di vista spaziale, è stata una soluzione meravigliosa in quanto non è come se ogni stanza fosse murata o separata l'una dall'altra. Invece, il visitatore passava naturalmente da una all’altra camminando in modo fluido attraverso una foresta di colonne di piassava [una fibra vegetale come la rafia, ndr], proprio come l’amore può sovrapporsi a sogni, pensieri o segreti. C’erano anche spunti sonori provenienti dall’interno di queste colonne, dove si potevano ascoltare le nostre voci recitare alcune dichiarazioni poetiche scritte da Francesca. Era tutto molto bello e surreale, e allo stesso tempo mandava un potente messaggio di avvertimento sulla distruzione del nostro ambiente. La panca Noah della collezione Hybridism è in bronzo e strisce di tessuto intrecciato. Invita alla conservazione della vita animale. Courtesy Estudio Campana. Foto ©Fernando Laszlo Estudio Campana ha partecipato anche a “At HOME 20.20”, la prima mostra digitale del Museo MAXXI di Roma, interamente ideata e sviluppata per Instagram, dedicata alle funzioni mutanti nell’home design con un focus sulla casa post-COVID. Cosa ne pensate di questo tema? Sarà un tema cruciale del design in futuro? Credo che la pandemia, durante la quale siamo stati improvvisamente costretti a trascorrere molto più tempo a casa, abbia decostruito un intero sistema capitalista in termini di occupazione e luogo di lavoro. Ciò ha portato a maggiori investimenti in prodotti domestici che aumentino il comfort e l’uso polivalente degli spazi. Credo che questo cambiamento nell’idea di cosa possa essere una casa rimarrà anche dopo che le cose torneranno a un certo livello di normalità. L’argomento secondo cui non dobbiamo più prendere un aereo o trascorrere ore nel traffico per una riunione importante, quando possiamo fare una videochiamata contribuendo a ridurre l’impronta di carbonio, sarà ancora valido. È una prospettiva positiva e penso che questo sia sicuramente un tema di design importante per il presente e il futuro. Siete stati invitati a sviluppare una serie di progetti artistici ispirati a famosi personaggi Disney. Tutte queste creazioni sono state presentate di recente, per la prima volta, alla mostra “Pop Inifinity” ad Hong Kong. Perché avete scelto il personaggio di Topolino? Topolino ci porta ricordi d'infanzia. Siamo cresciuti guardando i suoi cartoni animati e abbiamo sempre amato il suo ingegno e la sua capacità di districarsi da situazioni difficili. È un personaggio divertente che è diventato questa icona pop senza tempo, quindi abbiamo scelto la versione "vintage" di Topolino per il fascino che esercita su tutte le generazioni. L’icona pop Mickey Mouse impressa in un tavolo da ping pong, per Walt Disney, con l’antica lavorazione a intarsio. Occorrono 300 ore di lavoro per realizzarlo. L’edizione limitata è di 25 pezzi. Courtesy Estudio Campana www.campanas.com.br