Shopping online: per l’arredamento è vietato restare indietro

Porsche

Da maggio 2020 è attivo in Italia il Porsche Online Shop, canale di vendita digitale riservato alle vetture nuove e usate. Courtesy Porsche

Accelerata dalla pandemia, la corsa verso l’e-commerce è in atto anche per un settore molto legato all’esperienza di acquisto in negozio. 

Microsoft, Zara, H&M, ma anche Starbucks, Eataly, Habitat sono solo alcuni dei marchi che hanno da poco annunciato la chiusura definitiva di numerosi punti vendita nelle strade dello shopping in Italia e nel mondo.

Una scelta che, se in certi casi è purtroppo dovuta ai lunghi periodi di inattività durante la pandemia, per altri non rappresenta necessariamente un segnale di crisi. La maggior parte di questi brand, infatti, non la descrive come una ritirata, ma come una mossa strategica per mettere l'e-commerce sempre più al centro del proprio business, in risposta alle preferenze dei clienti.

Nel settore dell’arredamento la tendenza è evidente. L’emergenza sanitaria non ha compromesso il desiderio e il bisogno di acquistare pezzi di arredamento. Anzi, con la trasformazione della casa in luogo dove lavorare, studiare e trascorrere la maggior parte del tempo libero, il settore è stato sollecitato anche in termini di profitti. Ma il segno positivo registrato da alcuni è dovuto soprattutto ai canali di vendita digitale, che si sono sostituiti nei mesi più difficili all’esperienza di acquisto in negozio. Si pensi che il colosso retail online Wayfair, in perdita nel 2019, ha fatturato oltre 14 miliardi di dollari nel 2020, con un aumento del 55% rispetto all’anno precedente.

Nendo

La trottola “random-top” in esclusiva per l’acquisto sull’online store Nendo House, lanciato a marzo 2021. Courtesy Nendo

Secondo ThinkWithGoogle, entro il 2024 il 53% dei guadagni generati dalla vendita al dettaglio andrà a chi prevede un'offerta digitale. E in mercati più avanzati, come il Regno Unito e gli Stati Uniti, il dato aumenterà fino a raggiungere i due terzi delle entrate.

Non farsi trovare impreparati sarà essenziale. Come lo è stato per quei pochi che erano già pronti a inizio 2020 e hanno potuto focalizzarsi sull’online, mentre i negozi fisici venivano chiusi dalle misure restrittive.

Natuzzi, per esempio, già a febbraio 2020 annunciava il lancio della sua piattaforma sui mercati italiano, spagnolo e inglese. “Oggi il primo punto di contatto con un brand è quasi sempre digitale, anche in un settore piuttosto tradizionale come quello dell’arredo”, dichiarava all’epoca Pasquale Junior Natuzzi, mentre i titoli sul ‘virus proveniente dalla Cina’ diventavano cubitali sulle pagine dei quotidiani. “In un contesto in rapida evoluzione, la nuova digital experience di Natuzzi Italia contribuirà al successo del brand [...]”.

E valutando il trend dei 12 mesi, Natuzzi Italia conferma che la piattaforma è in crescita.

Natuzzi

La grande maggioranza degli ordini raccolti nell’ultimo anno sul nuovo store online di Natuzzi deriva dai divani. Courtesy Natuzzi

A novembre anche Molteni&C, già entrata a far parte del marketplace 1stDibs, ha comunicato il lancio del suo e-commerce sul mercato statunitense, come primo step verso l’espansione ad altri Paesi.

La tendenza ha riguardato l’arredamento così come altri settori legati all’acquisto in presenza. In campo automobilistico, ad esempio, Porsche ha presentato a maggio 2020 il canale di vendita digitale per autovetture nuove ed usate in pronta consegna.

 

Molteni

Molteni&C ha inaugurato il suo ingresso nel mercato e-commerce partendo dal mercato statunitense. Courtesy Molteni&C

Molti altri hanno debuttato proprio nelle ultime settimane. Tra questi Fornasetti, che propone un’esperienza di acquisto online intrecciata con le suggestioni della storia e i valori dell’Atelier. Mentre nella nuovissima "Nendo House" il cliente potrà accedere anche a proposte esclusive. Prima fra queste la trottola “random-top”, con cui lo studio giapponese - per due volte presente del Salone Satellite - si cimenta nella progettazione computazionale giocando con pesi e asimmetrie.

Fornasetti

Candele Fornasetti, tra i prodotti disponibili sul nuovo store online. Photo credit: Pietro Cocco. Set designer: Elena Mora. Courtesy Fornasetti

Ma la risposta arriva anche da realtà più locali, come il celebre Spotti di Milano che a marzo 2021 ha tagliato il fiocco del suo nuovo sito web con una sezione dedicata all’e-commerce. “L’anno trascorso è stato sicuramente impegnativo” ci fa sapere Mauro Spotti “e inevitabilmente il negozio, come luogo fisico, ha risentito anche della mancanza di eventi come il Salone e la Design Week che portano un pubblico estero ad avvicinarsi a Milano [...] Però ci ha anche fatto riflettere sull’importanza di poter raggiungere le persone con altri mezzi.”

L’intenzione di Spotti è stata quella di integrare l’esperienza di acquisto online con la presentazione del proprio valore aggiunto, ovvero l'accurata attività di selezione e ricerca dei pezzi di design, combinata ai servizi di consulenza.

Spotti

Le vetrine del negozio Spotti di Milano. Photo by Alberto Strada. Courtesy Spotti

Se il primo punto è infatti avere uno store online invitante e funzionale, il secondo è far sì che il cliente possa essere guidato in un percorso di scelta consapevole. Nel caso dell’arredamento questo non può prescindere dalla possibilità di rivolgersi a consulenti e progettisti, visionare campionari, o fare tour negli showroom.

Sarà importante inoltre offrire un efficiente customer care, in modo che il cliente non si senta abbandonato a se stesso, e garantire un processo di pagamento, consegna e reso che possa tranquillizzare e incentivare anche chi non è abituato ad acquistare online.

I più “coraggiosi” potranno avventurarsi nel far west dello shopping ibrido tra online e offline, un territorio tutto da conquistare e in cui si stanno muovendo alcuni pionieri.

In ambito fashion, il nuovo negozio di Burberry a Shenzhen è un passo avanti: al suo interno la pratica già vista dei codici QR, esposti sui prodotti per sbloccare contenuti esclusivi, si affianca a una tecnologia integrata con WeChat (l’equivalente di Whatsapp in Cina). Tramite l’app si possono prenotare tavoli al bar, la consulenza del personal-stylist, i camerini e addirittura i capi che si desidera provare. Nonché la playlist musicale personalizzata da ascoltare in sottofondo.